Come l’arpa dalla melodia andulata,
ondeggia la siepe di glicine adornata.
I piano forti di edera rigata e verde,
si rincorrono in alti e bassi che all’occhio si perde.
Aprono i fiori la corolla come una tromba,
che in un esplosione di rossi e gialli rimbomba.
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Poi nell’improvvisata del momento,
gli alberi danzano alla coreografia del vento.
Gli scrosci d’acqua i tuoni ed i lampi serpeggianti,
si alternano come i piatti ed i tamburi rimbombanti.
Poi… silenzio… e come un pifero che d’improvviso riecheggia…
così l’acqua tra l’erba serpeggia.
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Il sipario di nubi scompare…
ed il sole morente appare,
accompagnato dai raggi d’oro abbaglianti,
e dal coro di rossi rissonanti…
come la melodia dolce di un violino,
in tutta la sua maestosità si addormenta il giardino!
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Poesia scritta il 30 gennaio 1978 a 35 anni
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Poesia n. 184